La loggia “spagnola” di Randazzo Loggia "Sacrestia" realizzata nell’ambito del filone artistico dell'Escorial di Madrid
Randazzo, residenza estiva di Federico III d’Aragona e per un certo tempo anche centro del governo della Sicilia, fin dall’inizio del XIV secolo fu abitata dai nobili spagnoli, e pertanto fu ricchissima di palazzi, alcuni dei quali, adornati di pietra lavica, sono ancora la maggiore attrattiva dei visitatori più attenti.
Il quattrocentesco Palazzo Clarentanto Finocchiaro, ad esempio, col suo “alero” (tetto aggettante) e le sue bifore con fine colonnina, ricorda decisamente i palazzi della Catalogna e dell’alta Aragona.
Dei tanti elementi architettonici gotico catalani si è scritto, ma del tutto straordinaria è, invece, la Loggia Sacrestia, adiacente alla chiesa di Santa Maria, di impianto svevo.
Lo stile è tardo rinascimentale, ma non di importazione italiana, come avveniva soprattutto a Palermo e nelle grandi città siciliane, bensì spagnola.
L’edificio, risalente al 500, anni in cui venivano apportate delle modifiche alla chiesa, fu, forse, restaurato nel 600 dal messinese Agostino Scilla. Al piano terra la loggia, forse un tempo di vendita o di contrattazione, al piano superiore il tribunale ecclesiastico, divenuto poi sacrestia della chiesa.
La disposizione dei conci a faccia vista, l’aspetto turrito, le semplici bucature rettangolari protette da inferriate e con timpano sovrastante, gli acroteri terminali a forma di “bolas“, gli archi ribassati ci parlano decisamente spagnolo e precisamente di stile “herreriano“.
L’architettura “herreriana” si caratterizza per il proprio rigore geometrico, per la relazione matematica fra i distinti elementi architettonici, per i volumi limpidi, per il predominio del pieno sul vuoto e per l’assenza quasi totale di decorazione.
A volte è anche detto stile “escorialense“, alludendo all’Escorial di Madrid che serve come paradigma a questa corrente architettonica, opera di Juan de Herrera.
Sia la Sacrestia di Randazzo che i Municipi di Gijon, Castalla e Arnes, ma anche la casa de los Almaraz a Plasencia, distaccano per la loro severità, ottenuta grazie all’equilibrio delle forme che si dispongono simmetricamente nella struttura, e sono sormontate da acroteri a forma di “bolas“, dette anche “bolas escorialenses“, o altri elementi di verticalità e magnificenza che, allo stesso tempo contribuiscono a rafforzare la sensazione di simmetria.
Lo stile, conosciuto anche come manierismo classicista, si sviluppò in Spagna, e quindi anche in Sicilia, dalla fine del 500 a tutto il 600, anni in cui viene costruita la Sacrestia.
Michele Palamara