Michele Palamara

architetto e giornalista

Archives Giugno 2020

Annunziata dei Teatini di Guarino Guarini: sperimentazioni di architettura obliqua a Messina

Nell’arco dei secoli la Sicilia, grazie alla sua posizione geografica, è stata campo di sperimentazioni stilistiche, durante le quali spesso ha avuto, ma a volte ha anche dato.

Sperimentazioni importanti le compì a Messina il padre teatino Guarino Guarini, modenese di scuola romana, quando nel 1662 portò a termine la facciata della Chiesa dell’Annunziata dei Teatini, poi distrutta dal terremoto del 1908.

Facciata dell’Annunziata dei Teatini

Già dalla fine del 400, dopo un lungo innamoramento verso le forme del levante spagnolo, la Sicilia aveva riaperto i rapporti artistico-culturali con l’Italia. E Messina ancor prima, tanto che Baboccio da Piperno, all’inizio del XV secolo, scolpiva in un tardo gotico italiano, non catalano, il portale della cattedrale (straordinaria è la somiglianza con quello della Cattedrale di Napoli).

 

Portale del Duomo di Messina

Portale della Cattedrale di Napoli

Dal 1463 è presente nell’isola Domenico Gagini. Con lui una serie di marmorari lombardi e toscani aprono le loro botteghe a Palermo e nello stesso periodo è presente anche Francesco Laurana. A Messina, invece, nel 500 operano i toscani Calamech e Montorsoli, tanto per citarne alcuni.

Saranno quindi due le tendenze stilistiche che perdureranno per tutto il 500 e la prima metà del 600. Da una parte lapicidi e intagliatori continuano a lavorare alla maniera spagnola, in molti casi con decorazioni isabelline o plateresche, dall’altra è la rinascenza italiana e poi il barocco che, dapprima timidamente, poi in maniera più decisa detteranno i connotati dell’architettura siciliana.

Sarà quindi la tipologia architettonica della Controriforma, che si realizzava a Roma in quegli anni, che richiamerà l’attenzione degli architetti barocchi operanti in Sicilia. Gli stessi Vermexio, di origine spagnola, opereranno a Siracusa seguendo i trattati vignoleschi. Mentre più tardi ancora, durante la ricostruzione della Sicilia orientale, sarà ancora il gusto scenografico dettato dalla magnificenza spagnola a ispirare scultori e architetti siciliani, a volte con soluzioni “churrigueresche”, piuttosto che “rococò”.

Architetti siciliani si recano a Roma per apprendere la maniera barocca continentale e utilizzarla al loro rientro, consapevoli di intervenire in un clima diverso; architetti continentali scendono in Sicilia a portare le loro conoscenze e a sperimentare nuove forme, questo è appunto il caso di Guarino Guarini.

E’ decisamente borrominiana, quindi romana, la facciata concavo-convessa usata dal Guarini nella chiesa dell’Annunziata dei Teatini e poi sfruttata a Noto, in San Domenico, e un po’ ovunque nella Sicilia orientale.

E’ decisamente innovativa la struttura piramidale e slanciatissima della facciata messinese, in antitesi con la compostezza delle chiese romane e più confacente con lo slanciato barocco spagnolo. Ma è ancora più innovativa la posizione della facciata rispetto all’asse principale della chiesa.

A Guarini venne dato, infatti, incarico di realizzare la facciata di un corpo preesistente e, per un problema di allineamento con la strada, decise di realizzarla in diagonale rispetto all’asse principale della chiesa, dovendosi così confrontare con problemi geometrici non indifferenti come nel portale di ingresso.

Alla stessa maniera, 18 anni dopo, il grande genio matematico, filosofo e architetto spagnolo Juan Caramuel Lobkowitz, per nascondere l’asimmetria che esisteva fra la cattedrale di Vigevano e la piazza, realizzò una facciata scenografica ortogonale all’asse principale della piazza e allo stesso tempo obliqua rispetto all’asse della chiesa.

Cattedrale di Vigevano

Ancora più tardi, Conrad Rudolf, detto “el romano”, risolverà il problema del congiungimento della cattedrale di Valencia, in Spagna, con la torre preesistente del Miguelete.

Cattedrale di Valencia

Lo stesso Conrad Rudolf, nella memoria del progetto afferma di aver visto in Italia un’opera con disposizioni simili. Non poteva che riferirsi a Guarini o a Caramuel.

Facciata borrominiana/guariniana della Cattedrale di Valencia

L’opera del Guarini a Messina fu certamente d’esempio per tutte le architetture borrominiane presenti in Sicilia, nonchè influì sullo spirito del giovane architetto messinese Filippo Juvarra, operante più tardi anche a Madrid.

Ma è quanto mai plausibile supporre che la sua opera messinese non sfuggì alla curiosità di Caramuel, il quale nel 1678 pubblicava un trattato sull’architettura retta e obliqua, 10 anni dopo quello del Guarini sull’architettura civile, anche se pubblicato postumo soltanto nel 1737.

Caramuel fu grande amico di un altro sacerdote e astronomo: il ragusano Giovanni Battista Hodierna, con il quale condivideva gli stessi interessi. E’ possibile che Caramuel, titolare della sede episcopale di Otranto in Puglia, prima di essere vescovo di Vigevano, abbia visitato la Sicilia?

Guarini ha forse ispirato l’opera architettonica lombarda del grande genio polivalente spagnolo Caramuel, ma, comunque, ha certamente avuto un ruolo nel dibattito sull’architettura obliqua. Del suo “competitor” spagnolo diceva: “un certo che ha scritto nella favella Spagnuola di architettura“.

D’altra parte Juan Caramuel e Guarino Guarini, insieme al pittore e monaco spagnolo Juan Ricci, sono considerati i trattatisti più importanti del XVII secolo dell’ordine “salomonico“. Le loro opere furono capitali nello sviluppo di quello che conosciamo come “ordine salomonico” (colonne tortili) senza il quale sarebbe impossibile spiegare l’architettura barocca sia in Sicilia che in Spagna.

E’ tuttavia doverosa una riflessione. E’ possibile che la problematica della facciata della cattedrale di Valencia sia stata risolta sull’esempio di quella dell’Annunziata dei Teatini; ma è anche vero che nella città spagnola, già dalla seconda metà del XV secolo, e anche all’interno della stessa cattedrale, operavano Francesc Baldomar e il suo allievo Pere Compte, i quali si sbizzarrivano nella realizzazione di bucature oblique negli spessi muri medievali e volte a crociera coprenti spazi trapezoidali.

Storici contemporanei dell’architettura spagnola hanno notato in alcune di queste opere valenziane del tardo 400 la presenza dello stemma reale di Sicilia. Dando uno sguardo al passato, nella nostra isola non è difficile imbattersi in impianti militari ed ecclesiastici normanni, come il castello di Castellammare del Golfo e il duomo di Cefalù, più tardi anche chiaramontani, come il Castello di Mussomeli, con distorsioni planimetriche risolte con bucature, archi ed altri elementi obliqui, precisamente come accadde dopo in Spagna.

Michele Palamara

Concorso per la riqualificazione lungolaghi Peschiera del Garda

Concorso di idee. Capogruppo arch. Michele Palamara, arch. Marco Sturniolo, arch. Gabriele Saccà

Il progetto, dopo un’attenta analisi dei valori storici del centro lacunare e degli strumenti urbanistici vigenti, ha l’obiettivo specifico di :

  • valorizzare il rapporto terra/acqua dei lungolaghi;
  • valorizzare e mettere in sicurezza il collegamento pedonale dal centro lacunare alle spiagge a nord-est;
  • incrementare le aree di aggregazione sociale;
  • incrementare i circuiti ciclistici già presenti attorno a Peschiera favorendo il rapporto naturalistico col Mincio;
  • collegare il lungolago Mazzini alle spiagge poste ad ovest;
  • collegare il lungolago Garibaldi alle spiagge poste ad est;
  • estendere la rete di percorsi ciclabili e ciclopedonali che innervano la città;
  • incentivare l’uso della bicicletta attraverso idonee azioni di safety e security;
  • eliminare le barriere architettoniche;
  • utilizzare arredi urbani coordinati, basati sull’utilizzo della pietra ricostruita, come le panchine sul lungolago Garibaldi, e l’acciaio verniciato corten, caratterizzati dallo stemma del Comune di Peschiera del Garda;
  • promuovere l’utilizzo della bicicletta come mezzo complementare all’auto privata.

 

Le strategie adottate per cogliere gli obiettivi specifici sono sintetizzate nei punti seguenti:

  • risolvere definitivamente il problema delle radici degli alberi sui lungolaghi con delle apposite sedi (isole vegetative) dove le radici possono espandersi e vivere.;
  • integrare maggiormente i percorsi ciclopedonali con gli ormeggi;
  • completare la rete ciclopedonale esistente con un breve circuito cittadino;
  • cominciare a realizzare una rete di bike parking in modo da garantire adeguate condizioni di security alla custodia del mezzo;
  • realizzare un servizio di bike sharing che, in sinergia con la rete di bike parking, permetta di configurare la bicicletta a pedalata assistita come mezzo per muoversi.

Sulla scorta anche dell’individuazione dei ”punti neri” dell’incidentalità stradale sono, inoltre, consigliabili e realizzabili in un prossimo futuro, le seguenti tipologie di intervento finalizzate ad adeguate condizioni di sicurezza di pedoni e ciclisti:

  • introduzione di semafori a chiamata in corrispondenza degli attraversamenti ciclopedonali da realizzare su sezioni correnti della viabilità di scorrimento;
  • introduzione di fasi semaforiche, a chiamata o predefinite;
  • realizzazione di attraversamenti ciclopedonali protetti in corrispondenza delle rotatorie esistenti;
  • progressiva introduzione di illuminazione notturna dell’area di attraversamento cittadino (eventualmente attivata da dispositivi che rilevano la presenza del pedone o del ciclista in contesti non edificati) che potranno essere alimentati mediante recupero di energia;
  • realizzazione di una ciclofficina, per le operazioni di manutenzione e riparazione delle bici, in località Porto Vecchio, nei pressi del parcheggio, all’inizio della ciclabile Peschiera – Mantova.

Per creare, quindi, un circuito breve attorno al centro lacunare, denominato “sorgente del Mincio” da percorrere anche più volte, il progetto prevede la realizzazione di una passerella ciclopedonale che scavalchi il Mincio all’altezza dell’inizio della pista ciclabile della Federazione Nazionale Pesca Sportiva.

Tale incremento delle piste ciclabili è stato pensato in risposta al D.M. 208 del 28/07/2016. “Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro”, promosso dal Ministero dell’Ambiente, che ha come obiettivo principale l’effettiva riduzione delle emissioni inquinanti e l’abbandono graduale del ricorso eccessivo all’automobile, secondo quanto richiesto dalla direttiva UE e riportato nei dettami del “Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile”.

Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di 3 rastrelliere a 12 stalli, di cui per bici a pedalata assistita, per il bike sharing, funzionanti con componentistica industriale Siemens Simatic serie S7, collegate tra loro tramite fibre ottiche, e 2 bike parking, una al Molo Cappuccini e l’altra sul lungomincio Bonomi all’altezza del pilone della ferrovia, entrambe con ricarica elettrica, composte da 30 posti bici in media (per un numero tot. di 60 stalli). All’interno di ogni singolo bike parking di distribuzione delle bici verrà installato un pannello informativo, dotato di sistema di videosorveglianza e di hotspot WiFi pubblico (in rete con il sistema del comune) che mostrerà la mappa delle stazioni bike sharing, le regole di utilizzo del sistema, le informazioni utili e i numeri di telefono di riferimento. Ad integrazione del sistema di base verrà messa a disposizione degli utenti l’App Bicincittà’, che mostra in tempo reale la disponibilità delle biciclette e degli stalli vuoti. Altre semplici rastrelliere di 16 stalli ognuna saranno cosparse lungo i percorsi ciclopedonali.

Saranno, inoltre, installate panchine smart con wifi libera e ricarica smartphone, totem informativi con lettore qr-code per conoscere le tipologie dei percorsi e la loro durata, sia lungo il percorso, che in corrispondenza delle rastrelliere, nonché cestini per la raccolta differenziata.

Relativamente alle aree specificate nell’oggetto del concorso:

1 Lungolago Mazzini

Il progetto prevede, la sistemazione delle radici degli alberi con un sistema di isole vegetative che consenta alle radici di espandersi e vivere, l’allargamento del molo, utilizzando il livello dell’attuale marciapiede, dalla rotatoria Maestri al molo dei Cappuccini, con piattaforme in legno marino su pali in cemento armato.

Sulle piattaforme saranno montate “isole” rettangolari in legno marino, alcune contenenti 30 centimetri di terra e uno strato di 5 cm di prato a rotoli composto da Lolium Perenne + Poa Pratensis e attorniate da comode sedute in marmo, altre tutte in legno marino.

In corrispondenza delle strisce pedonali verranno realizzati degli scivoli per superare le barriere architettoniche.

Il nuovo fronte-lago si concluderà con la sistemazione del molo Cappuccini; verrà mantenuta la funzione attuale di spazio aggregativo, soprattutto per bambini, con delle aree a verde, verrà posizionato un “bike parking” prefabbricato, con struttura portante in acciaio, elementi di tamponatura in vetro e decorativi in acciaio verniciato tinta corten, e verrà favorito il collegamento con la passeggiata Clelia Guazzi Leoncini, tangente al lido Cappuccini.

Le gradinate che affondano nel lago saranno realizzate con una miscela di calcestruzzo e polveri di marmo.

La nuova illuminazione sarà a paletti bassi.

2 Lungolago Garibaldi

L’attuale lungolago, a causa della presenza delle aiuole, non si addice alla comoda fruibilità ciclopedonale. Il progetto consiste semplicemente nella sistemazione delle radici, nella messa in sicurezza degli ormeggi e nell’eliminazione dell’aiuole, riportando tutto il camminamento all’unico livello dell’attuale marciapiede.

In corrispondenza delle strisce pedonali verranno realizzate degli scivoli per superare le barriere architettoniche.

Verrà mantenuta la fermata degli autobus, migliorandone la fruibilità con una pensilina.

Per favorire il collegamento alle spiagge a nord est, il percorso proseguirà oltrepassando la scivola dei Vigili del Fuoco, la quale verrà quindi spostata verso il lago.

Verranno mantenuti i lampioni attuali, in ottimo stato, e verranno aggiunti paletti in acciaio corten molto bassi lungo il ciglio del molo.

2 Lungomincio Bonomi

Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale che congiunge il centro lacustre, dal ponte della Marina sino alla partenza della pista ciclabile del Mincio, data in concessione alla Federazione Nazionale Pesca Sportiva di Verona. In particolare: sul primo tratto fino alla “barcaccia di Simbula” non verrà fatto alcun intervento; dalla “barcaccia” in poi verrà riqualificato, ma mantenuto, lo stesso manto stradale, allargando la pista, ove necessario, verso il lago; dal ponte della ferrovia in poi il percorso sarà in terra battuta su ghiaia, allargando verso il lago, con piattaforme in legno marino su pali in CA, in corrispondenza dei ponti della strada regionale e dell’autostrada; con fitte palificate in qualche altro punto.

In prossimità della pista ciclabile della Federazione Nazionale Pesca Sportiva, al fine di chiudere l’anello denominato “sorgente del Mincio” attorno al centro lacustre di Peschiera e anche per non interrompere il percorso durante le gare di pesca, verrà realizzato un ponte in acciaio, molto leggero a tre campate, che congiunge con l’altra sponda.

Sarà, inoltre, realizzata, a protezione dei fumi e dei rumori della strada, una rete alta 1.70 m. su cui possano crescere rampicanti come l’edera, e verranno piantati degli alberi.

Il percorso sarà costellato di totem informativi e leggii per installazioni artistiche in acciaio verniciato tinta corten, panchine in pietra ricostruita; i pilastri dell’autostrada, della strada regionale e delle ferrovia, attraversati dal percorso, saranno oggetto di interventi di “street art”.

In prossimità del ponte della ferrovia sarà posizionato un “bike parking” prefabbricato, con struttura portante in acciaio, elementi di tamponatura in vetro e decorativi in acciaio verniciato tinta corten.

Verranno sepolte le scalette in prossimità del ponte della ferrovia, per permettere la realizzazione della pista ciclopedonale e verrà realizzata una nuova illuminazione a paletti bassi.